Stagione 2019-20 Teatro Brancaccino | The Culture
1300
post-template-default,single,single-post,postid-1300,single-format-standard,customer-area-active,ajax_fade,page_not_loaded,,qode-title-hidden,qode_grid_1300,qode-theme-ver-17.2,qode-theme-bridge,disabled_footer_bottom,wpb-js-composer js-comp-ver-5.6,vc_responsive

Stagione 2019-20 Teatro Brancaccino

 

Intervista a Maria Rosaria Russo, Giulio Manfredonia, Rossana Casale, Blas Roca Rey, Marco Simon Puccioni, Ninni Bruschetta, Eleonora Di Fortunato. 

Il Teatro Brancaccino si accinge ad iniziare la nuova stagione confermando la sua linea, approvata dal “giudice supremo” che è il pubblico. Testi classici e drammaturgia contemporanea al tempo stesso, come pure autori e attori affermati e giovani che hanno le credenziali per meritare una ribalta importante.
“Lo spazio del racconto” è come sempre il titolo della stagione, perché il Brancaccino è un teatro intimo, non soltanto come spazio, anche come sentimento. Un classico, “Mistero buffo”, testo che ha reso celebre Dario Fo in tutto il mondo, apre la stagione il 10 ottobre, con Ugo Dighero. Altri testi classici in cartellone: “Anna Cappelli” di Annibale Ruccello; “After the end” di Dennis Kelly; “Shakespeare Re di Napoli” di Ruggero Cappuccio; “Primo amore” di Samuel Beckett; “Paura d’amare” di Terrence McNally, che nacque appunto come pièce teatrale prima di diventare un famoso film hollywoodiano interpretato da Al Pacino e Michelle Pfeiffer e che ora ritorna in teatro in una versione italiana di un regista anche cinematografico, Giulio Manfredonia. Tra i contemporanei “Il mio nome è Caino” di Claudio Fava, ritratto di un killer di mafia con Ninni Bruschetta; “Schiava di Picasso” diretto da Blas Roca Rey, che è anche interprete di “Le lettere a Theo”, intenso racconto delle lettere che Vincent Van Gogh scrisse al fratello Theo.

 

Teatro Brancaccino.